FASE 2 e "GENITORI LAVORATORI" 

Scuole chiuse, ritorno al lavoro, smart working: riflessioni e consigli pratici per gestire la complessità

Dal 4 maggio 2020, con l'inizio della Fase 2, è iniziata la riapertura graduale di aziende, uffici e attività commerciali su tutto il territorio nazionale. Ma i servizi educativi e scolastici rimarranno ancora chiusi.
Così, mentre una parte del Paese ha ripreso piano piano la sua "normalità", per le famiglie l'emergenza e le difficoltà dettate dal coronavirus non finiscono: la gran parte dei genitori è tornata al lavoro mentre i figli rimangono a casa da scuola. E' ormai chiaro infatti che le scuole rimarranno chiuse fino a settembre e ancora non è certo se quest'estate potranno riaprire ludoteche e centri estivi, da sempre aiuti preziosi per chi lavora. Inoltre, ad aggravare il quadro, i nonni, fondamentali per le famiglie nell'accudire i nipoti, essendo più esposti al rischio del contagio, dovranno probabilmente rinunciare ancora per un po’ al loro fondamentale ruolo.
Ma se mamme e papà rientrano al lavoro, chi sta a casa con i bambini?

Conciliare lavoro e gestione dei figli non è di certo un'impresa facile. Il compito di "essere genitori - lavoratori" è reso ancora più complesso in presenza di una pandemia e di una situazione eccezionale come quella che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere in questo momento storico e globale.
Da una ricerca, commissionata da Yoopies - piattaforma internazionale di incontro fra domanda e offerta di assistenza all’infanzia e servizi alla famiglia - è emerso che, con la Fase 2, le famiglie prese in esame si dividono in due principali gruppi: famiglie in cui entrambi i genitori tornano al lavoro; famiglie in cui uno dei due genitori continua a rimanere a casa per motivi legati alla perdita del lavoro, a causa di necessità familiari oppure nei casi di lavoro da casa in smart working.
Ad entrambi i gruppi corrispondono situazioni problematiche che proverò ad analizzare cercando inoltre di proporre alcune riflessioni e consigli pratici per i genitori.

1) SE ENTRAMBI I GENITORI TORNANO A LAVORARE
Dallo studio condotto da Yoopies, le famiglie in cui entrambi i genitori sono tornati al lavoro nella Fase 2 corrisponde al 53% e certamente molte di queste hanno figli che non possono essere lasciati a casa da soli. 
Dall'analisi, per la gestione e la cura dei figli emergono le seguenti soluzioni:

  • Baby Sitter: Nonostante i comprensibili timori legati al virus, il 50% di queste famiglie fa ricorso ad una baby sitter, anche utilizzando il "Bonus Baby Sitter" che con il recente Decreto Rilancio raddoppia il suo ammontare (da 600 a 1.200 euro; da 1.000 a 2.000 euro nel caso di genitori che lavorano in campo sanitario e per il personale delle forze dell’ordine). Tale misura può essere richiesta all’Inps dai genitori con figli fino ai 12 anni d'età. La misura è alternativa al congedo parentale straordinario. 
  • Amici, parenti, comunità: Il 30% delle famiglie in cui i genitori sono entrambi tornati a lavorare si sta organizzando facendo riferimento ad amici, parenti o alla comunità (reti di supporto di condominio o di quartiere). 
  • Chi ancora non sa: Infine il 20% dei genitori dichiara di non aver ancora trovato una soluzione e di star pensando all’estrema possibilità di sospendere ulteriormente la propria attività lavorativa (pesando ancora di più sul bilancio familiare già messo in crisi dal confinamento). E' probabile che tale scelta gravi soprattutto sulle spalle delle madri lavoratrici. 


Sottolineo la possibilità, per i lavoratori dipendenti, di usufruire del "congedo parentale straordinario". Tale misura in Fase 1 prevedeva la possibilità di assentarsi dal lavoro per 15 giorni lavorativi mentre in Fase 2, con il recente Decreto Rilancio, per 30 giorni lavorativi, per un periodo continuativo o frazionato ma con una retribuzione ridotta al 50% dello stipendio. Il congedo può essere richiesto fino a fine luglio per entrambi i genitori con bimbi fino ai 12 anni, sempre per un massimo complessivo di 30 giorni. Il limite di età non si applica nel caso di figli con disabilità grave accertata. I lavoratori dipendenti con figli di età compresa tra i 12 e 16 anni potranno invece chiedere di assentarsi dal lavoro con permessi non retribuiti. In questo caso il datore di lavoro non potrà licenziarli e dovrà conservare loro il posto di lavoro. Tali disposizioni valgono allo stesso modo per genitori naturali, adottivi e affidatari.

2) SE UN GENITORE TORNA AL LAVORO MENTRE L'ALTRO RIMANE A CASA
Il 47% delle famiglie intervistate da Yoopies dichiara che in Fase 2 uno dei due genitori continuerà a rimanere a casa con i bambini, senza lavorare o lavorando in smart working. Il recente Decreto Rilancio prevede infatti che i genitori possono chiedere ai loro datori di lavoro di proseguire con lo smart working a patto che non siano a casa entrambi i genitori.
I genitori che lavorano da casa in smart working ormai da diversi mesi, e che dovranno continuare a farlo, avvertono la forte difficoltà di conciliare la vita professionale con la gestione dei bambini.
In un paese in cui i dati Istat rilevano che il 31,5% delle donne disoccupate non cerca lavoro per motivi legati alla cura dei figli e il 28% delle madri attualmente inoccupate ha lasciato il lavoro per gli stessi motivi, non è difficile prevedere che dalle analisi svolte in questo periodo possa emergere che con maggiore probabilità siano le madri a scegliere di chiedere di continuare a lavorare in smart working.
E' probabile che questa situazione, prolungata nel tempo, possa provocare notevole sovraccarico di stress che potrebbe esprimersi attraverso sentimenti di ansia, rabbia e eccessi d'ira, senso di angoscia e confusione.

Di seguito propongo alcune strategie da adottare, sia dalle mamme che dai papà, per non trascurare il lavoro pur avendo i bimbi a casa e, viceversa, per non trascurare i bimbi pur dovendo lavorare da casa:

CONCENTRATI SULLE ATTIVITA' E NON SULLE ORE DI LAVORO
Quante sono le possibilità di riuscire a dedicarti ininterrottamente al lavoro mentre i tuoi figli giocano nella stessa stanza o nella stanza a fianco? Poche, vero?
Prova a concentrarti sulle attività che vuoi realmente portare a termine di giorno in giorno piuttosto che sulla quantità di ore da dedicare al lavoro. Al mattino o alla sera, fai un elenco degli obiettivi lavorativi che vuoi concludere il giorno stesso o quello successivo. Cerca di ordinare tali obiettivi in ordine di priorità e dedicati ad essi nel momento di maggior concentrazione che la situazione familiare attuale ti consente. Anche aldilà dell'emergenza coronavirus, imparare a stilare una lista di obiettivi concreti e realizzabili, organizzati in ordine di priorità è una competenza molto importante per trovare un buon equilibrio tra vita lavorativa e privata.

PREVENIRE E GESTIRE LE INTERRUZIONI
Per prevenire o gestire meglio le (molto probabili) interruzioni, potresti provare a concentrarti per un massimo di 30 minuti consecutivi sull'attività lavorativa per poi fare una breve pausa da condividere con i tuoi figli. Dopo la pausa riprendi a lavorare con concentrazione per un'altra mezz'ora. E così via...
In questo modo puoi organizzare la tua produttività su più intervalli andando allo stesso tempo incontro alle esigenze dei tuoi bambini: prima inizierai ad adottare questo metodo e prima tu e i tuoi figli prenderete il giusto ritmo per evitare o diminuire le interruzioni durante il lavoro grazie ad attimi di attenzione regolari che riuscirai a dedicare loro.
Nonostante l'applicazione di questa tecnica, potrebbero comunque esserci interruzioni, ma con alta probabilità, seguendo questi suggerimenti, alla fine della giornata avrai portato a termine almeno le principali attività del tuo ordine del giorno e, soprattutto, con un livello di stress inferiore.

COINVOLGI I BAMBINI
Per i bambini è una situazione difficile da capire: i genitori sono a casa tutto il giorno ma non hanno tempo da dedicare loro, quello che normalmente vorrebbero è la vostra totale attenzione e dedizione. Per questo potresti provare a coinvolgerli il più possibile nelle tue normali attività domestiche.
Prova a chiedere il loro aiuto per fare pulizie, cucinare, caricare la lavatrice o stendere il bucato. Certamente impiegherai un'ora per fare ciò che normalmente faresti in venti minuti, ma li terrai occupati, almeno per un pò, in attività il cui apprendimento risulterà fondamentale per il loro futuro e inoltre potrai approfittare di quel tempo trascorso insieme per parlare con loro anche rispetto a dubbi o preoccupazioni che potrebbero aver sviluppato in questo periodo così particolare. Quando parli con i tuoi bimbi, cerca di fare sempre attenzione a veicolare le informazioni a vari livelli di profondità conformemente alle loro richieste ma anche alla loro età.

SE POSSIBILE, TROVA LO SPAZIO GIUSTO IN CUI LAVORARE
Se i tuoi bambini sono grandi e possono stare facilmente soli gestendosi in autonomia, puoi organizzarti chiudendoti in una stanza separata dal resto della casa ed uscire dalla stessa solo quando il tuo turno di lavoro è terminato.
Lo stesso metodo potrebbe non risultare efficace se i tuoi bimbi invece sono piccoli. In questo caso, per non destare preoccupazione nei figli, potresti trovare un posto in cui lavorare che ti permetta di rimanere sempre visibile. Questa organizzazione ti garantisce di essere facilmente nel loro campo visivo ma anche di mostrarti effettivamente occupata/o quando sei al lavoro: osservare il proprio genitore al lavoro può soddisfare la loro curiosità, ma allo stesso tempo vedere il tuo volto concentrato nel lavoro dovrebbe scongiurare interruzioni.
Se hai del lavoro importante da sbrigare o devi fare delle telefonate che richiedono privacy, spiega ai bambini grandi che non ti possono disturbare fino a quando non hai finito. Dì loro chiaramente per quanto tempo sarai impegnato e chiedi di non disturbarti in questo lasso di tempo. Se hai bimbi piccoli prova a impostare un timer o una sveglia che faccia capire loro quando potrai essere di nuovo disponibile. Ricordati però di dedicare del tempo ai bimbi quando avrai concluso la tua attività importante. Dopodiché, riprendi a lavorare per un'altra mezz'ora.

DEFINISCI NUOVE ROUTINE QUOTIDIANE E SETTIMANALI
La routine e la prevedibilità rappresentano un aspetto molto importante per il benessere di ogni bambino. Ricreare una gestione del tempo simile a quella presente quando ancora le scuole o gli asili erano aperti è di fondamentale importanza per continuare a dare “una forma” alle giornate.
Nel creare queste nuove routine in cui inserire anche i momenti della giornata e della settimana in cui sarai impegnata/o con il lavoro, fai attenzione a non perdere di vista i bisogni specifici dei bambini nelle varie fasce d'età.
Per i bambini in età prescolare: alternare momenti di gioco libero a momenti di gioco strutturato supervisionato dall’adulto e condiviso con lo stesso; inserire nell’arco della giornata attività di manipolazione e coordinazione; dedicare uno spazio al racconto che, per i piccoli, è un importantissima strategia didattica per stimolare l’amore per la lettura e la relazione emotiva con l’adulto “narratore”.
Per i bambini in età scolare: alternare momenti di studio e compiti svolti in autonomia o con il genitore, a momenti di gioco virtuale ma non solo (disegno, giochi da tavolo, giochi creativi, espressivi, manuali, ecc); prevedere momenti dedicati all'esercizio fisico da svolgersi a casa o all'aria aperta (nel rispetto delle norme di distanziamento sociale) e condivisi con l'adulto; soprattutto per i bimbi più grandi, è importante non perdere il contatto sociale con amici, nonni, zii, cuginetti, anche tramite videochiamate.
Per gli adolescenti: oltre a dedicare tempo e impegno nella didattica a distanza, suggerire di approfittare del tempo “dilatato” per coltivare la lettura di qualche classico o l'approfondimento di qualche passione emergente (musica, arte, tour virtuali nei musei, cinema, ecc.); sostenere i figli nel non trascurare la dimensione della relazione con i pari anche se a distanza, aspetto assolutamente rilevante in questa fase del ciclo di vita; prevedere e rispettare momenti di solitudine e isolamento nella propria camera.

Una volta individuati i bisogni specifici dei vostri figli, coinvolgili nel creare assieme l’organizzazione della loro giornata. Una volta definite le nuove regole e le nuove routine, che potrebbero anche essere sintetizzate in una tabella da creare insieme e da tenere visibile a tutti ad esempio in cucina, cerca, insieme con il tuo/la tua partner di far rispettare le decisioni prese senza rinunciare alla vostra funzione genitoriale. E’ normale in questa fase sentirsi più disponibili ad accettare compromessi e a “lasciar passare” regole che prima erano considerate non negoziabili. Benché questo atteggiamento sia comprensibile può essere anche destabilizzante per i bambini che potrebbero avere la sensazione che i genitori siano diventati strani e difficilmente leggibili o riconoscibili

NON DIMENTICARE DI OSSERVARE ANCHE GLI ASPETTI POSITIVI
Lavorare in modalità smart working con i figli a casa non è l'esperienza più facile al mondo ma senz'altro permette ai genitori di osservare e partecipare da vicino alla crescita dei propri bambini, cosa che quando si lavora fuori casa e i figli sono a scuola non è così facile
Cerca quindi di pensare anche positivo:  una volta che tornerai a lavorare e che loro torneranno a scuola, quando ti ricapiterà di avere così tanti momenti per le coccole con i tuoi figli? Forse mai più... Approfittane!

SE TI SENTI IN DIFFICOLTA' NON ESITARE A CONTATTARE UN ESPERTO
Provare ansia, stress, affaticamento, rabbia, angoscia per il futuro o sentirsi depressi è normale in questo momento in cui mantenere l'equilibrio tra vita professionale, vita privata e crescita dei propri figli risulta essere ancora più complesso del solito.
Se senti di non riuscire a gestire le tue emozioni o riscontri difficoltà in tuo figlio, se senti di aver bisogno di essere sostenuto nel tuo ruolo di genitore o credi che un aiuto esterno possa aiutarti a trovare nuove strategie per affrontare le difficoltà, non esitare a contattare un esperto che può aiutarti a far fronte alla situazione attraverso colloqui in presenza ma anche online.
La salute mentale dei genitori è strettamente correlata a quella dei loro figli e prendersene cura può solo influire positivamente nel loro percorso di sviluppo e crescita.
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